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Recensione di A Monster's Expedition: vero fascino attraverso la perfezione dei puzzle

Sono passate alcune ore dall'inizio di A Monster's Expedition e sono bloccato. Sono già rimasto bloccato molte volte, ovviamente, perché questa è la natura dei giochi puzzle, ma non così bloccato. Questo è un killer: sono finito su un'isola che sembra molto più semplice della maggior parte delle altre che ho attraversato, ma sono bloccato in una sorta di micro sistema a senso unico che è impossibile - io' te lo sto dicendo, impossibile - attraversare. Devi prima spingere giù un albero in una direzione specifica - c'è solo una direzione da cui puoi spingerlo - e poi quell'albero è d'intralcio all'altro che devo usare come ponte verso la prossima destinazione. Ma ecco il vero problema: non sono sicuro che questo sia l’unico modo. Su quest'isola c'è una cassetta postale. Le cassette postali ti consentono di viaggiare velocemente verso altre cassette postali (non pensarci troppo) e posso dire che, dall'altra parte di questa piccola isola, c'è molta più terra. Forse dovrei risolvere un’altra isola da qualche altra parte e arrivare a questa dall’altra parte?

Quindi parto, teletrasportandomi sulla meravigliosa mappa non così piccola di A Monster's Expedition risolvendo ogni ultimo mezzo enigma che avevo lasciato irrisolto. Uno di questi, dico forse ad alta voce, forse no, deve essere così. Uno di loro deve portarmi su una zattera, in cima, dietro, su quell'altra isola invece che su quella della cassetta della posta dove ero bloccato. L’ho provato per ore e semplicemente non può esserci un altro modo. Impossibile. Impraticabile. Ci ho dedicato troppo tempo e non sono così stupido da essermi perso qualcosa qui.

Lettore, non ti dirò la soluzione ma ti dirò questo: nel dubbio sei sempre così stupido.

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