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Recensione di Minute of Islands: intrigante rompicapo ostacolato da un gameplay semplicistico

Pensando a Minute of Islands mi trovo a un bivio con me stesso. Questo è il tipo di gioco che di solito mi piace, ma alla fine non sono sicuro di averlo fatto. Invece, trovo che un solo giorno dopo aver giocato, sta già iniziando a dimenticarmi.

La prima impressione di Minute of Island è certamente sorprendente, perché è nel complesso più cupo di quanto ti aspetteresti in base al suo stile artistico. Come racconta il narratore, una giovane donna di nome Mo ti svegli una mattina nel silenzio dove in realtà dovrebbe esserci rumore: il rumore delle macchine che ronzano sottoterra, alimentando i ventilatori che mantengono le isole libere da spore tossiche letali.

La prima visione di ciò che alimenta il ventilatore è un momento speciale, quando ti trovi faccia a faccia con un enorme gigante, che vive sottoterra, il suo unico scopo apparentemente quello di far funzionare una manovella come un criceto su una ruota. Ma il gigante, uno dei fratelli, si è stancato, provocando una reazione a catena tossica di guasti alle macchine. Il compito di Mo come portatore dell'interruttore omni, una sorta di chiave principale di amministrazione in parte meccanica e in parte magica, è reindirizzare l'energia di emergenza a un numero di fan diversi nel suo piccolo arcipelago e ripristinare così l'ordine.

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