Ciao! Bentornati a una nuova rubrica regolare in cui scriviamo qualcosa su alcuni dei giochi a cui ci siamo ritrovati a giocare nelle ultime settimane. Questa volta: brillantezza visiva, scacchi e piaceri del rock.
Il momento migliore per giocare a Omori, secondo me, è nel cuore della notte; potrebbe essere problematico per il mio programma di sonno, ma è perfetto per un gioco che è in parte fantasia infantile e in parte incubo a occhi aperti.
Lo stile artistico, che mescola perfettamente pixel e arte disegnata a mano, aiuta a creare questa atmosfera
invocando il surreale per creare un misto di meraviglia e paura; un momento prima sto combattendo contro un simpatico coniglio in una battaglia a turni, il momento dopo vengo perseguitato da mani che nessun altro può vedere.